Nel riconoscere i successi internazionali di Maurizio Armanetti, Rabdomante Professionista, il fisico Prof. Hans-Dieter Betz (Università di Monaco, Dipartimento di
Fisica) ha rilasciato un’intervista che getta nuova luce sulla connessione tra rabdomanzia e scienza.
In occasione del convegno “La Via del Benessere” (30-31 luglio 1998), Betz ha dichiarato:
“Mi occupo di fisica atomica e del laser, ma sono affascinato dalla presunta sensibilità del corpo umano, un tema di confine che ha suscitato il mio interesse scientifico. Sebbene gran parte della comunità scientifica abbia preso una posizione scettica verso fenomeni come la rabdomanzia, le mie ricerche hanno cercato di capire se vi fossero basi scientifiche dietro questa pratica.”
Le indagini di Betz iniziarono nel 1988, quando un progetto a Bonn si propose di studiare l'influenza delle radiazioni telluriche sulla salute. Grazie alla fondazione istituita dal Prof. Dr. Carstens, fu possibile organizzare una squadra di esperti per valutare scientificamente la rabdomanzia. Gli esperimenti coinvolsero centinaia di rabdomanti, con l’obiettivo di verificare se fossero in grado di scoprire oggetti o acqua sotto terra. Solo un piccolo gruppo di partecipanti dimostrò capacità significative.
Tra i rabdomanti selezionati, spiccò H. Schröter, un ingegnere che si distinse nella ricerca di acqua potabile in Sri Lanka. Le sue abilità rabdomantiche, inizialmente viste con scetticismo dai suoi superiori, si rivelarono cruciali: Schröter trovò numerosi pozzi in situazioni dove le tecnologie convenzionali avevano fallito. In Namibia, le sue indicazioni portarono al successo in oltre il 96% delle trivellazioni, dopo decine di tentativi falliti con metodi tradizionali.
I risultati ottenuti da Schröter e monitorati scientificamente da Betz e il suo team dimostrano che la rabdomanzia, praticata da esperti qualificati, può offrire risultati più rapidi ed efficienti rispetto ai sistemi tecnologici tradizionali.
Betz ha sottolineato l’importanza di una collaborazione tra geologi e rabdomanti professionisti per migliorare l’affidabilità delle ricerche idriche.
“Pochi scienziati sono disposti a esplorare questi confini tra normale e paranormale,” ha osservato Betz, “ma la scienza dovrebbe aprirsi a queste possibilità.”
Il lavoro di Hans-Dieter Betz ha suscitato ampio dibattito, rappresentando la prima verifica scientifica di una pratica storicamente considerata "popolare". Le sue ricerche sono state pubblicate anche dal Journal of Scientific Exploration della Stanford University, contribuendo a una nuova visione della rabdomanzia, non più solo credenza, ma un fenomeno con potenziale scientifico da esplorare.
La rabdomanzia, grazie a questi studi, si è trasformata da pratica marginale a metodo riconosciuto per la ricerca idrica, offrendo un'interessante sinergia tra scienza e tradizione.